Klee Paul
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Paul Klee
Münchenduchsee, 1879 - Locarno, 1940
Archivio: Christine Hopfengart c/o Paul Klee-Stiftung, Kunstmuseum Hodlerstrasse 8 - CH 33011 Berna
Tel. +41 31 328 0906 - christine.hopfengart@kmb.unibe.ch
Referenze: Galleria Tega (Milano)
Pittore/Disegnatore/Incisore: primo periodo Protosurrealista, dal 1910 c.a Astrattista.
Tecniche: olio, acquerello, pastello, collage, inchiostro, gouache, incisione, acquaforte, matita.
Soggetti: il primo periodo è dedicato alle incisioni e ai disegni, ne indica le origini e un gusto che, sulle orme di Bruegel o di Bosch, in quegli anni popolava di immagini cinicamente umane, grottesche o corrosive o mostruose, oggi riportati all’attualità come protosurrealisti. Il secondo periodo comprende i suoi dipinti - acquerelli, pastelli, olii, tutti di piccolo formato rivolti verso la scoperta della luce quale elemento modellatore e liberatore insieme, fino alla considerazione della geometria quale
ordine per approdare all’astrattismo.
Quotazione: riferimenti dalle case d’asta internazionali.
Critica: citato della stampa specializzata mondiale testimonianze di illustri critici internazionali.
“...Divide con Pablo Picasso la più vasta rinomanza del secolo. Però, se Picasso, prima con l’invenzione del Cubismo, e poi con la sua perentoria autorità, ha letteralmente aggredito il secolo, suggestionandolo e infondendone per decenni il più diffuso orientamento pittorico attraverso una storicità ardente e
polemica, Paul Klee è penetrato nella cultura dei suoi anni silenziosamente come un’ombra: e potrebbe anche non esser nato, la pittura d’oggi sarebbe egualmente ciò che è; una storia potrebbe essere esaurientemente scritta, e il suo nome mancarvi. La sua influenza sui fatti attuali dell’arte è stata capillare ma limitatissima, e, comunque, indiretta. Egli non ha avuto discepoli, e non poteva avere imitatori. Non ha iniziato alcuno alla propria magia, sebbene lo abbia tentato in un testo famoso, «Confessioni sulla creatività»; e, pur avendo praticato per un decennio l’insegnamento, Klee resta solitario e inattuale; la storia lo possiede suo malgrado”. (G. Veronesi)