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Andrea BASSANI. Eternità della forma

di Giorgio Barassi
Ciò che desidero, è che tutto sia circolare e che non ci sia,
per così dire, né inizio né fine nella forma, ma che essa dia, invece,
l'idea di un insieme armonioso, quello della vita

Vincent Van Gogh

Alla fine, dopo aver guardato attentamente il complesso degli elementi che costituiscono un’opera di Andrea Bassani, capisci che la spinta e la forza stessa dei suoi lavori è la ricerca di una armonia. Non solo quella compositiva, non sempre facile da afferrare per un artista, ma quella a cui si tende in una esistenza che non si intende buttare via. Il fine da perseguire è vivere bene e bene produrre. E così, ordinato e caparbio, meticoloso e insistente, deciso e preciso, Bassani riversa nelle sue strutture lignee una ambizione che dovrebbe essere di tutti. L’ordine che diventa armonico, necessario ed imprescindibile elemento di tutto ciò che conta. Insomma per lui vale più il risultato che la fatica, peraltro tanta, necessaria a mettere insieme i componenti della sua ricerca, quelle sue inconfondibili opere che sbrigativamente qualcuno poco accorto chiama in maniera impropria “estroflessioni”. Sia ben chiaro: non lo sono. Così abbiamo servito quelli delle definizioni raffazzonate, che non possono mai attagliarsi ad un artista così scrupoloso nel creare. Le opere di Bassani nascono dal legno e con il legno.
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Gli elementi su cui viene adagiata con accortezza una tela finissima e dipinta con una perfezione impeccabile sono sagome di legno, pensate e progettate per convivere in assoluta indipendenza e nello stesso tempo come forme che non potrebbero vivere senza quella contiguità, quell’accostamento e quel coordinamento che ormai hanno conquistato un notevole mercato di appassionati e di intenditori.
Da qualche tempo compaiono sul mercato i suoi lavori non protetti dal tradizionale plexiglass, necessario a proteggere la stesura del colore quanto a cristallizzare, immobilizzare ed eternare la natura stessa di quelle forme preziose e affascinanti, perle di sapienza ordinata. L’approdo a questa nuova veste è stato dettato da una esigenza televisiva, essendo Bassani presente coi suoi lavori nella rubrica Laboratorio Acca, in onda su Arte Investimenti TV. Spogliare la preziosità delle sue creazioni da quella seppur trasparente veste di plexiglass aiuta ad entrare nell’imo dell’elaborato di Bassani e premette riprese televisive più agevoli, ad esempio. Così si riesce a capire proprio quella organizzazione armoniosa e delicata che rende le opere dell’artista bergamasco uniche, inconfondibili, piene di un vigore sottaciuto, perché Andrea odia il baccano.
Nondimeno sono note e degne di nota le sue opere più estese, più grandi, che volgono verso il cielo come in un anelito di spiritualità. Lo schema compositivo non cambia: legni sagomati, tela, colore, equidistanza.
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Una facilità che è semplice a raccontarsi ma assolutamente complessa a realizzarsi. Ci vuole pazienza, si direbbe. Ma anche coraggio e tenacia. Perché quelli come Bassani, non abituati al clamore, alle chiacchiere, al presenzialismo, sono soggetti delicati che preferiscono alle parole i fatti. Ed è così che è nata la sua voglia di esprimersi, di raccontare una ferma voglia di armonioso ordine che sfugge alla società ma non agli spiriti silenziosi ed accorti.
L’ avvicinarsi ed il concordare dei pezzi che compongono i lavori di Bassani sembra una danza preordinata scientificamente, una esibizione colta dalle fattezze scientifiche, rispondente a calcoli che sanno di pittura antica, per la composizione che scava nella geometria, e di assoluta modernità, di raffinato senso della attualità, ravvisabile nella scelta dei colori, essenziali, spesso primari e mai, assolutamente mai sconnessi dalla forma.
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Se il grande architetto e pensatore Le Corbusier affermava che l’Architettura è il gioco sapiente, rigoroso e magnifico, dei volumi assemblati nella luce, si può per analogia dire che i volumi di Bassani sono figli di quel gioco magnifico e calcano sul rigore più che sulla magnificenza. Non per privare i suoi lavori di quell’appeal che comunque hanno, ma per sottolineare ancora una volta quanto sia severa la forma di impegno che Andrea Bassani pone nelle sue creazioni, oggi più riconoscibili e note di ieri, in forza di una volontà incrollabile, finalizzata al giusto compiacimento di chi le sceglie. Spesso i legni, sagomati e coperti di tela e colore vivo, finiscono in collezioni che non avevano mai accolto nulla di moderno. Ed è questa la prova di una raggiunta indipendenza creativa, di una affermazione ormai conclamata che deriva dal sentirsi attratti da forme, coordinamenti, colori, formati indiscutibilmente vincenti.
Bassani ha il dono della chiarezza espressiva, della certezza dei contenuti delle sue opere. Che sono piccoli esem- pi di quanto una strategia lucida possa affascinare quanto un dolce tramonto o un mazzo di fiori. E forse, per gli illuministi o i semplici amanti del ragionamento, anche di più.
Giorgio Barassi