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GUGGENHEIM

La collezione Thannhauser - Da Van Gogh a Picasso
Milano - Palazzo Reale
dal 17 Ottobre 2019
al 1 marzo 2020
a cura di Silvana Gatti
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L'autunno milanese si apre con una straordinaria mostra a Palazzo Reale, con cinquanta opere provenienti dalla collezione di Justin K. Thannhauser, donata nel 1963 alla Solomon R. Guggenheim Foundation, che da allora la espone in modo permanente in una sezione del grande museo di New York. La collezione, di altissima qualità, raccoglie principalmente opere di impressionisti, postimpressionisti e di Picasso e rappresenta il fiore all’occhiello del Museo Guggenheim, in quanto documenta la fase iniziale dell’arte moderna.
Promossa e prodotta dal Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale, MondoMostre Skira e organizzata in collaborazione con The Solomon R. Guggenheim Foundation, New York, la mostra è curata da Megan Fontanella, curatrice di arte moderna al Guggenheim. Occasione unica e rara per ammirare opere dei grandi maestri della pittura europea che normalmente sono esposte oltre oceano, e che documentano un arco temporale che ha attraversato tutto il ventesimo secolo. Dopo la prima tappa al Guggenheim di Bilbao e la seconda all’Hotel de Caumont di Aix-en-Provence, Palazzo Reale di Milano rappresenta la tappa finale della mostra, dopo la quale queste splendide opere ritorneranno a New York presso il Museo Guggenheim, nell’edificio-culto realizzato da Frank Lloyd Wright.
La mostra presenta capolavori dei grandi maestri impressionisti, post-impressionisti e delle avanguardie dei primi del Novecento, tra cui Paul Cézanne, Edgar Degas, Paul Gauguin, Édouard Manet, Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Vincent van Gogh e un nucleo importante di opere di Pablo Picasso.
Tra le opere in mostra troviamo due dipinti di Pierre-Auguste Renoir: Donna con pappagallino (1871), tematica che era stata affrontata anche da Manet, e Natura morta: fiori (1885). Differenti nello stile sono le opere di Georges Braque, artista considerato tra i capostipiti della rivoluzione cubista che stravolse l’arte del Novecento. La sua opera si incentrò soprattutto sulle nature morte, affrontate con un nuovo occhio dotato di molteplici prospettive e punti di vista coesistenti, come nelle opere in mostra Chitarra, bicchiere e piatto di frutta su un buffet (1919), Teiera su fondo giallo (1955) appartenuti a Thannhauser, a confronto con Natura morta (1926-1927) di proprietà del Guggenheim. Noto soprattutto per il suo apporto al movimento cubista e per la sua collaborazione con Pablo Picasso, al contrario di diversi artisti del Novecento, che divennero personaggi mediatici degni di fama, Georges Braque preferiva ritirarsi per lunghi periodi all’interno del proprio studio. Particolare anche Paesaggio vicino ad Anversa (1906), città che ricordava a Braque la sua città natale, Le Havre.
Di Paul Cézanne sono esposte sei opere, tra cui quattro appartenute ai Thannhauser – i due paesaggi Dintorni del Jas de Bouffan (1885-1887) e Bibémus (1894-1895), che raffigurano luoghi nei pressi della Montagna Sainte-Victoire, dove l’artista aveva affittato un capanno per dipingere in solitudine, usando i colori della Provenza e le due nature morte, Fiasco, bicchiere e vasellame (c. 1877) e Piatto di pesche (1879-1880) – messi a confronto con un altro paesaggio e al celebre Uomo con le braccia incrociate (c. 1899), prima opera di Cézanne acquisita dal Guggenheim nel 1954, che fece all’epoca molto scalpore per il prezzo pagato di 97.000 dollari. Opere che, sommando il senso del volume alla sensibilità impressionista, preannunciano il cubismo.
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Non mancano le sculture, in quanto Thannhauser aveva collezionato varie opere di Edgar Degas, noto per i dipinti delle ballerine, ma anche scultore raffinato, come documentano in mostra le tre splendide sculture in bronzo realizzate tra la fine dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento: Ballerina che avanza con le braccia alzate, Danza spagnola e Donna seduta che si asciuga il lato sinistro. Sculture che testimoniano l’amore di Degas per il mondo della danza e dell’universo femminile. Dei primi anni del Novecento è un altro bellissimo bronzo: Donna con granchio di Aristide Maillol.
Nel 1928 la galleria Thannhauser di Berlino aveva organizzato una grande retrospettiva di Paul Gauguin: la mostra milanese vanta la presenza di un suo paesaggio, Haere Mai (Vieni qui) del 1891, opera eseguita a Tahiti, in cui Gauguin fissò sulla tela l’immagine romantica di un paradiso da lui idealizzato, che sedusse molti europei sul finire dell’Ottocento.
Non poteva mancare, nella collezione Thannhauser, l’artista Edouard Manet, presente in mostra con Davanti allo specchio (1876), dipinto in cui è ritratta una nota cortigiana, l’amante dell’erede al trono olandese, colta di spalle con il corsetto semiaperto; l’atmosfera è molto intima e la figura molto sensuale, resa con pennellate decise quasi a cogliere l’attimo, dando l’impressione di uno sguardo fugace da parte dell’artista, quasi avesse colto l’immagine spiando la damigella. Accanto a questa troviamo Donna col vestito a righe (c. 1877-1880), opera lasciata incompiuta da Manet e sottoposta nel 2018 ad un accurato restauro che ha rivelato le rapide pennellate dell’artista e uno splendido tessuto nei toni del blu-viola. Di Claude Monet, il padre dell’impressionismo, è esposto un paesaggio veneziano, Il Palazzo Ducale, visto da San Giorgio Maggiore (1908), donato al Guggenheim da Hilde Thannhauser. L’artista dipinse questo quadro durante una visita a Venezia alla fine del 1908. Il Palazzo Ducale è stato dipinto da Monet in sei tele differenti, per mostrare i differenti effetti di luce a seconda dell’ora del giorno. Monet, in maniera quasi maniacale, dipingeva diverse copie della stessa opera nei diversi momenti della giornata, per cogliere “en plein air” gli effetti dei cambiamenti di luce. Il Palazzo del Doge fu realizzato ne- gli ultimi anni della sua carriera quando, avendo già acquisito un proprio stile, ultimò questa serie di dipinti a Parigi.
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Il percorso della mostra continua con tre opere di Vincent van Gogh: Il viadotto (1887), che risente dell’influenza degli artisti francesi impressionisti e postimpressionisti e restaurato nel 2018 a cura del Guggenheim; Paesaggio innevato (1888), interessante per la figura di un uomo che, col suo cane, si incammina su un sentiero inserito in un paesaggio agreste dalla notevole fuga prospettica; e Montagne a Saint-Rémy (1889).
Una vasta sezione è dedicata alle opere di Pablo Picasso, grande amico di Justin Thannhauser, con ben tredici opere, di cui dodici dei Thannhauser e una, Paesaggio di Céret (1911), del Guggenheim. L’arco temporale va dal 1900 al 1965, con opere eccezionali: Le Moulin de la Galette e Il torero (1900); Al Caffè e Il quattordici luglio (1901), opere eseguite dall’artista ventenne durante il suo primo soggiorno a Parigi; Fernanda con la mantella nera (c. 1905) di stampo fauvista; Donna in poltrona (1922) ispirata alla statuaria antica; la Donna con i capelli gialli (1931), ritratto di Marie-Thérèse Walter; Natura morta: fruttiera e caraffa (1937); Natura morta: frutti e vaso (1939); Giardino a Vallauris (1953); Due piccioni dalle ali spiegate (1960). L’aragosta e il gatto (1965) documenta l’amicizia di Picasso verso il suo collezionista, in quanto riporta un’affettuosa dedica dell’artista; l’opera fu infatti il regalo di nozze di Picasso ai coniugi Thannhauser.
Oltre alle opere della collezione Thannhauser, la Guggenheim Foundation ha scelto di esporre alcuni altri prestigiosi lavori degli stessi celebri artisti o di altri grandi maestri. A Milano sono dunque esposte: di Henri Rousseau Gli artiglieri (c. 1893-1895) e I giocatori di football (1908), già di proprietà di Justin Thannhauser nel 1910 e poi venduto; di Georges Seurat tre dipinti a tema agreste realizzati tra il 1882 e il 1883: Contadine al lavoro, Contadino con la vanga e Contadina seduta nell’erba; di Robert Delaunay La città (1911), che fece parte della prima mostra del Cavaliere azzurro organizzata a Monaco da Thannhauser nel 1911-12; di André Derain Ritratto di giovane uomo (c. 1913-1914); di Juan Gris Le ciliegie (1915). Si prosegue con Montagna blu (1908-1909) di Vasily Kandinsky, dipinto fondamentale nel percorso dell’artista, molto apprezzato da Solomon R. Guggenheim che fu un grande collezionista di Kandinsky. Paul Klee - altro esponente del Cavaliere azzurro, di cui Thannhauser aveva organizzato nel 1911 a Monaco la prima mostra in Germania - Letto di fiori (1913) dove il soggetto naturalista viene dissimulato utilizzando forme frammentate dai colori dissonanti; di Franz Marc, altro artista del gruppo, Mucca gialla (1911); di Henri Matisse Nudo, paesaggio soleggiato (c. 1909-1912).
“Dopo aver vissuto per cinquecento anni in Germania – aveva dichiarato Justin Thannhauser dopo aver perso i figli e la prima moglie – la mia famiglia è ora estinta. Per questo desidero donare la mia collezione”. Nel 1963 con questo gesto filantropico “l’opera di tutta la mia vita trova infine il suo significato”.
La storia della collezione Thannhauser
Nel 1905 Heinrich Thannhauser, mercante d’arte ebreo padre di Justin, apre la prima galleria a Monaco e nel 1908 presenta una grande retrospettiva dedicata a Van Gogh in Germania. Dal 1909 viene affiancato dal figlio Justin, che diventerà l’organizzatore di mostre nelle varie gallerie aperte in Europa. Nel 1911-12 viene presentata la prima esposizione del gruppo Der Blaue Reiter (Il Cavaliere azzurro).
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Il Cavaliere azzurro fu un gruppo di artisti formatosi a Monaco di Baviera nel 1911 e attivo fino allo scoppio della prima guerra mondiale che ne causò la dispersione. Fu il secondo in senso temporale dei due nuclei fondamentali dell'espressionismo tedesco, dopo Die Brücke fondato a Dresda nel 1905. L'attivismo di Kandinskij e del suo gruppo, lungi dal caratterizzarsi in senso politico (come era accaduto a Die Brücke), si avvicinava piuttosto all'atteggiamento dei Fauves francesi, per un senso lirico e gioioso della vita.
Nel 1913 viene inaugurata una delle prime grandi mostre dedicate a Picasso; inizia così una lunga amicizia tra Justin e il maestro spagnolo che durerà sino alla morte dell’artista nel 1973. Durante la prima guerra mondiale Justin entra nell’esercito, sarà ferito e decorato con la croce di ferro, sposa Käthe, da cui avrà i figli Heinz e Michel. Nel 1920 Justin apre una galleria a Lucerna, insieme a suo cugino Siegfried Rosengart, e nel 1926 nella galleria di Monaco presenta una importante mostra su Degas. Nel 1927 apre una nuova galleria a Berlino. Sono di questi anni le grandi mostre dedicate a Gauguin, Matisse e Monet. Nel 1935 muore il padre Heinrich e nel 1937, Justin si trasferisce a Parigi aprendo una nuova galleria.
Nel 1940 quando le truppe tedesche invadono Parigi Justin è in Svizzera e non può ritornare in Francia. Alla fine di quell’anno si imbarca a Lisbona per New York. Nel 1944 il figlio Heinz viene ucciso in guerra, l’altro figlio Michel si suicida nel 1952, mentre la moglie Käthe muore nel 1960. Due anni dopo Justin sposa Hilde Breitwisch. La casa dei Thannhauser a New York in un ventennio è diventata luogo di ritrovo di grandi personaggi del mondo della cultura, dell’arte, della musica, del teatro, del cinema, della fotografia come Leonard Bernstein, Louise Bourgeois, Henri Cartier-Bresson, Marcel Duchamp, Jean Renoir e Arturo Toscanini. Senza eredi e condividendo appieno la promozione dell’innovazione artistica di Solomon R. Guggenheim, decide di donare al museo americano settantacinque opere della sua collezione, tra cui trenta lavori di Picasso. Nel 1965 le opere sono presentate nella sala dedicata del Museo. Justin Thannhauser muore nel 1976 in Svizzera a 84 anni. La seconda moglie Hilde nel 1984 dona al Museo altre 10 opere, che entrano nella collezione Guggenheim alla sua morte nel 1991.