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I Tesori del Borgo

Belforte del Chienti: il fascino antico della fortezza medievale. Tra imponenti architetture del passato e capolavori assoluti del rinascimento marchigiano
di Giulia Sancricca
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Nel suo nome, Belforte del Chienti, racchiude tutte le sue caratteristiche. Quelle di una bella fortezza che sorge lungo il fiume Chienti e che, a non molta distanza dal mare e dalla montagna, permette di poter godere di tutta la bellezza dell’entroterra maceratese.
Di grande interesse ambientale e paesaggistico, l’antico borgo di Belforte sorge arroccato su una ripida altura che domina la sottostante valle del Chienti, mentre all’interno dell’antica cinta muraria risalente al XIV secolo e ristrutturata di recente, vede snodarsi un caratteristico dedalo di strade strette, ripide e tortuose, tra le quali sorge la parrocchiale che ospita una spettacolare testimonianza del rinascimento marchigiano.
Nella parte alta del paese, sorge il palazzo comunale che era il luogo dove avvenivano le assemblee cittadine costituite dal Consiglio Generale e dal Consiglio di Credenza. Ubicato in una piccola piazza conserva, della struttura antica, la torre civica, risalente al XVII secolo e tuttora fornita di campana, e le arcate ottocentesche.
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Nella stessa piazza si trova anche la chiesa di Sant’Eustachio, ricordata almeno dal 1218, ma le sue forme attuali risalgono al XVII-XVIII secolo, dopo il terremoto del 1741. Se all’esterno non presenta strutture particolarmente notevoli, all’interno l’edificio custodisce alcune opere di grande interesse: tra cui una statua lignea cinquecentesca di San Sebastiano (un tempo nella chiesa omonima), due tele cinquecentesche, una delle quali firmata e datata da Durante Nobili da Caldarola, allievo di Lorenzo Lotto, una Santa Lucia del pittore ginesino Domenico Malpiedi e il luminoso e grandioso polittico del 1468, firmato e datato da Giovanni Boccati.
Il polittico fu eseguito nel 1468 dal pittore di Camerino Giovanni Boccati. L'opera, racchiusa in un'elaborata e preziosa cornice in legno dorato, misura quasi cinque metri di altezza per una larghezza di oltre tre metri. Si compone di dodici pannelli di cui cinque costituiscono il registro inferiore e sette quello superiore; da diciotto specchi di cui sei sono inseriti nei pilastri laterali e dodici nella predella, e da cinque medaglioni. Complessivamente le tavole figurate ammontano a trentacinque; ad esse si aggiungono i due cartigli laterali con le iscrizioni nelle quali compaiono i nomi dei committenti e l'anno di esecuzione. La firma del pittore si trova nel gradino alla base del trono della Vergine.
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Sempre nel capoluogo, fuori dall’ abitato, quasi a ridosso delle mura cittadine, si pone la restaurata e, nei secoli, allargata chiesa di San Sebastiano, eretta dalla comunità a protezione della peste, dietro autorizzazione rilasciata dal vicario Vescovo di Camerino nel 1479.
Nel cuore del centro storico, poi, anche Palazzo Bonfranceschi, elegante dimora storica, che prende il nome dall’ultima famiglia che lo ha posseduto. Si tratta di una costruzione risalente al XVII-XVIII secolo, l’edificio, destinato a palazzo nobiliare, si sviluppa su tre piani e comprende una meravigliosa cappellina abbellita da stucchi.
Casa Bonfranceschi è un interessante esempio di architettura di palazzo nobiliare che si sviluppa su tre piani: al primo piano si apre un' ampia sala con soffitto a cassettoni e l' adiacente cappellina abbellita da stucchi. Prima dell' 800 l'immobile apparteneva alla famiglia Farroni Silvestro e poi attraverso l' asse ereditario alla famiglia Valentini e quindi alla Bonfranceschi. Oggi è di proprietà del Comune che lo ha sottoposto a interventi di restauro terminati nel 2003: il Palazzo si apre, come Residenza d’epoca, grazie all’impegno e all’entusiasmo dei componenti di TDA Universal s.a.s., società attiva nella promozione dell’arte e della cultura. Con laboratori d’arte, sale per ricevimenti, per presentazione di libri e per ogni tipo di evento culturale, spazi espositivi, visite guidate, Palazzo Bonfranceschi si propone come un’oasi di relax, senza per questo rinunciare all’opportunità di fare una vacanza ricca di emozioni. Scendendo dalla parte alta del paese si trovano i borghi e le frazioni.
La chiesa di San Giovanni si trova nel borgo che prende il nome dello stesso santo. è semplice nella chiusura a timpano della facciata, ma suggestiva e severa nella pietra scura con cui è edificata, apparteneva al Monastero Benedettino, poi domenicano ed in seguito a ciò fu chiamata San Domenico, mentre in precedenza era chiamata de tribio. All’interno interessanti affreschi raffiguranti la Natività e la Madonna del Rosario di Andrea De Magistris del 1558.
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A Villa Pianiglioli è molto suggestiva la piccolissima chiesa di Santa. L’edificio risale al XVI secolo ed era dedicato a San Giovanni Evangelista. All’esterno presenta bassorilievi in arenaria, mentre all’interno sono conservate tre tele raffiguranti: San Venanzio; Sant’Eustachio che regge sulla mano sinistra il paese di Belforte; la Sacra Conversazione.
All’Antegiano, un’altra zona del paese, si trova appunto la chiesa della Madonna dell’Antegiano. Le prime notizie relative a questa chiesa risalgono al 1476, in quanto altre fonti del 1421 non fanno menzione della sua fabbrica. La chiesa fu tenuta come luogo dei Clareni secondo quanto si legge in un atto di permuta del 1540. All’ interno presenta due lastre in marmo, un confessionale e un altare, inoltre vi si conservava una tela con riferimenti stilistici che riconducono al De Magistris. Un borgo antico, custode di tante bellezze e tradizioni che oggi si fondono perfettamente con la modernità delle nuove costruzioni e vedono partecipi tanti giovani che hanno saputo cogliere la preziosità del paese lasciato dai loro avi.