KARL PLATTNER AL MUSEION - per il giubileo del centenario della nascita

A cura di Fulvio Vicentini - Fotoservizio Daniele
Erano molte, oltre un centinaio le persone presenti il giorno di San Valentino intervenute nel salone Museion passage, alla presentazione della monografia “KARL PLATTNER 100”.
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Un atto d’amore voluto, non dovuto, da gente che conta, di estradizione dal mondo della cultura, dell’arte, della politica e dell’imprenditorialità italiana tedesca e ladina, per testimoniare al Maestro istoriato, che non l’hanno dimenticato.
Marion Piffer Damiani, la presidente, ha introdotto i lavori presentando alcune opere significative di Plattner appartenenti alla collezione del Museion. La madre, alla quale era molto legato, è sempre stata una delle figure determinanti di Plattner, anche perché gli ricordava il simbolo della fertilità, della nascita, della vita e della morte.
Il primo dipinto presentato, “Meine Mutter” – “ mia madre”, una tempera all'uovo, cera, legno che raffigura la madre sdraiata su un letto. Sullo sfondo alcuni mobili, rosari, oggetti sacri a testimonianza la sua religiosità. A seguire il quadro “Die tote Mutter” – “ La madre morta” esposto in sala al pubblico. La madre è quindi una delle figure chiave nello spazio psichico di Plattner. Così la descrive Gabriella Belli.
L'abito scuro, in contrasto con il letto candido, simboleggia la morte. In primo piano, sulla destra, è collocata una sedia con sopra un catino pieno di bende, un inequivocabile simbolo cristiano, che richiama la sepoltura. Nessun pianto, nessun terrore – solo il silenzio spietato del Memento Mori risuona attraverso lo stato d'animo di separazione dell'immagine. La profondità dei sentimenti umani e la riservatezza di un dolore non esternato ma rivolto verso l'interno fanno di questo dipinto una delle più belle e malinconiche opere di Plattner. “(Figuren und Themen in Plattners Malerei, Karl Plattner – Meisterwerke, Lana, 1996.
Fulvio Vicentini, il curatore della monografia Karl Plattner 100”, inserita nella sua collana di libri “Arte & Cultura” ha riferito sul quadro l’Artigiano, realizzato da Plattner per i fratelli Josef e Rudi Buratti, commercianti di pelli.
L’opera esige una particolare attenzione per quattro peculiarità che la caratterizzano.
La prima è la notevole dimensione, 208 centimetri di altezza e 291 centimetri di base, misure che appartengono più all’affresco.
La seconda caratteristica è quella di essere un polittico, costituito da cinque elementi, uno centrale di maggiori dimensioni, contornato da due elementi verticali e due orizzontali.
plattner 015 0001 1La terza particolarità è costituita dal supporto, cioè dalla superficie sulla quale l’artista ha dipinto.
Non legno, non tela, non carta, ma bensì pergamena. Le singole partizioni sono costituite da telai ricoperti di pelle bovina.
La quarta è che l’intera composizione ruota attorno alla figura dell’artigiano rappresentato nella parte centrale che celebra il lavoro del mastro calzolaio, “colui che sa ideare e dare vita a nuove forme”. Seduto accanto alla finestra aperta, l’artigiano maneggia una groppa di bue. Sul deschetto, a portata di mano, sono disposti un contenitore rosso con degli attrezzi che sembrano pennelli in un atelier d’artista, Tutto questo per elevare la dignità dell’artigiano al livello dell’artista.
L’opera l’artigiano dipinta su pergamena ci ha fatto conoscere la figura di Plattner ricercatore. Quella di Castel Mareccio è stata la prima e l’ultima volta che l’opera è stata esposta in pubblico. Oggi non sarebbe più possibile rimuoverla perché le pelli rinsecchite dagli anni potrebbero rompersi.
A seguito la lettura di Roland Buratti del testo del padre Josef “Con Karl eravamo coetanei” che descrive il forte carattere di Plattner davanti alle situazioni difficili della vita.
Fulvio Vicentini ha illustrato il primo capitolo, della monografia, che chiarisce gli avvenimenti dello sfregio dell’ affresco della “Deposizione” della cappella mortuaria di Naturno.
E’ stato possibile grazie alla traduzione del CORPUS di lettere inedite che si sono scambiati Karl Plattner con alcuni personaggi di spicco venostani.
Questa corrispondenza analizzata dal curatore ha permesso nuove ed interessanti interpretazioni di quegli anni molto angosciosi per Plattner. La prima lettera di sette fogli, spedita da Plattner da San Paolo Brasile il 26.12.53 che ha innescato il forte conflitto tra: ARTE – RELIGIONE – SPIRITUALITA’ e POLITICA, era esposta sotto vetro al pubblico.
Martina Adami, storica dell’arte, ha descritto l’affresco della sala consigliare della provincia di Bolzano 15 metri di lunghezza per 7 metri di altezza, è una delle opere più significative del maestro. Con molta malizia e ignoranza, alcuni politici di quel tempo lo avevano battezzato l’opera dal “bue rachitico”. Nel suo insieme illustra una Bolzano perimetralmente delimitata nella piazza Walther tra Duomo e Portici. A sinistra un richiamo al mondo contadino impegnato nelle operazioni di aratura dei campi, a destra la raccolta della frutta. Più in alto la regina delle Dolomiti, il Catinaccio e lo Sciliar che panoramicamente si raccorda con l’alta Venosta e il Garda. La Adami ha anche voluto rendere omaggio al direttore del Museion Piero Siena con una sua lettura sul funerale di Karl Plattner a Malles Venosta il 13 dicembre del 1986.
Durante il rito fuCopertina Piccola Annuario 2019 1nebre ha ricordato il patto fra il presidente Karl Nicolussi Leck e l’artista Bonell, che voleva ricordare quel triste momento con un quadro poi titolato “La Gabbia”.Quest’ opera esposta in sala accanto al quadro “Die tote Mutter” evidenzia il volto del maestro, “dal pallor della morte”, sopra il corpo della madre morta, avvolti con un fiore che Bonell aveva raccolto dalla bara dopo il funerale.
Martina Adami ha anche ricordato la collezione Eccel-Kreuzer dove lo zoccolo duro è formato da opere procurate soprattutto, dai galleristi Sergio Fable e Thomas Morandell, presenti in sala.
Per ricordare l’importante evento giubilare al MUSEION la Adami ha presentato il Manifesto con riportati gli artisti ambientati da Vicentini nei loro atelier, per l’ ”Hommage” che hanno voluto dedicare al maestro. Sono: Lois Anvidalfarei - Gotthard Bonell – Alberto Bruschi – Eduard Habicher – Jörg Hofer - Giorgioppi – Giorgio Panizza – Giovanna Da Por. La poetessa Roberta Dapunt ha ricordato Karl Plattner con i “Versi in virtù della pietà”, letti con voce fuori campo dell’attrice teatrale Laura Barocco.
Arnold Tribus giornalista - opinionista intervistato da Rai tre ha sottolineato che per gli altoatesini possedere un’o- pera di Plattner era diventata una sorta di moda, un modo “chic” per distinguersi nella società.
Con voce fuori campo è stato letto il testo di Markus Vallazza dal titolo“Autodafè delle opere a Fornico”, dove Plattner nel 1973 incendiò, a scopo liberatorio spirituale, molte sue opere che avrebbero potuto essere collocate sul mercato, ma che non erano più di suo gradimento.
In sala erano presenti RAI 3 Südtirol, il regista Alessandro Di Spazio della DISPAZIO-FILM, i fotografi Ochsenreiter e Daniele per le foto di scena, per la realizzazione del filmato “KARL PLATTNER, una vita intensa e movimentata per l’arte”. Ad Arte Fiera Genova è stato presentato dall’editore Roberto Sparaci della “ACCA Edizioni Roma” l’Annuario Arte Moderna 2019, dove un capitolo è dedicato a Karl Plattner. La monografia “Karl Plattner 100” è stata presentata anche nella “Sala Consigliare” della provincia di Bolzano, sotto lo storico affresco di Plattner, dal Presidente del Consiglio Provinciale Roberto Bizzo che dopo le spiegazioni dell’opera ha consegnato ad ogni assessore e consigliere di Bolzano e di Trento il libro del giubileo del centenario di Karl Plattner.