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Stati d’animo. Arte e psiche

tra Previati e Boccioni

Ferrara - Palazzo dei Diamanti

3 marzo – 10 giugno 2018
di Marilena Spataro

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Chiara Vorrasi, insieme a Fernando Mazzocca e Maria Grazia Messina, curatrice della mostra in corso a Palazzo dei Diamanti, da noi intervistata ci guida lungo il percorso espositivo. Spiega la Vorrasi: «Stati d’animo. Arte e psiche tra Previati e Boccioni è un evento che nasce con l'intenzione di rileggere la temperie artistica italiana tra Ottocento e Novecento, ossia quel cruciale snodo tra divisionismo, simbolismo e futurismo che rappresenta uno dei principali apporti italiani all’arte moderna». «La finalità – prosegue la curatrice - è anche quella di valorizzare il ruolo di un artista di punta delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, quale Gaetano Previati. L’artista è stato, infatti, tra i pochi pionieri del cambiamento di fine Ottocento che i futuristi, e in particolare Umberto Boccioni, riconobbero come precursori della loro visione dinamica, proteiforme e corale della modernità. Per questo abbiamo scelto il tema degli “stati d’animo” che costituisce un ponte tra la generazione che matura attraverso l’esperienza divisionista e simbolista e i giovani futuristi e ci ha permesso di riesaminare da un punto di vista inedito quel fondamentale passaggio del testimone».
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Quanto tempo è passato dal momento in cui questa mostra è stata ideata fino alla sua realizzazione?
«Si tratta di una mostra di ricerca, ideata oltre due anni fa, che si è concretizzata grazie a un lavoro di scavo condotto dagli studiosi chiamati a raccolta e coinvolti nel progetto scientifico, a partire da Fernando Mazzocca e Maria Grazia Messina, con i quali ho avuto il piacere di condividere la curatela della mostra. Altrettanto fondamentale è stata la collaborazione di istituzioni museali e collezioni private che hanno appoggiato il progetto e hanno scelto di accordare il prestito di opere capitali, come ad esempio Ave Maria a trasbordo di Segantini, o il trittico degli Stati d’animo e la Risata di Boccioni».
Quale il senso più profondo e quali le valutazioni artistico e culturali che vi hanno indotto a scegliere di trattare questo spaccato di storia e di società sul fronte delle arti figurative?
«Si tratta probabilmente di una scelta obbligata nel momento in cui si intende rileggere la nascita e lo sviluppo della poetica degli stati d’animo, ossia di quella che appare la via italiana alla modernità. Gli artisti che ne furono protagonisti si impegnarono a sperimentare un alfabeto visivo in grado di dare forma alla materia mutevole e inafferrabile dello spirito, traendo ispirazione diretta o indiretta da quegli ambiti della scienza e della cultura che stavano mettendo a nudo la psiche umana e sovvertendo il modo di concepire le forme e i colori, lo spazio e il tempo.Sul piano espositivo, l’opzione di mettere le opere in dialogo con l’immaginario scientifico e culturale del tempo risponde alla duplice volontà di offrire una lettura originale di quella temperie, ma anche di permettere al visitatore di sperimentare in prima persona le molteplici suggestioni che hanno accompagnato quella stagione e di crearsi un proprio percorso di collegamenti all’interno della mostra. Per questo lo Studio Ravalli ha studiato un allestimento particolarmente immersivo in cui immagini, suoni e proiezioni giocano un ruolo determinante nel racconto della mostra».
Quale il filo conduttore della mostra e quali gli artisti, oltre a Previati, più significativi di cui esponete le opere?
«La mostra traccia la parabola che parte dall’istanza tardoromantica di coinvolgimento emotivo dell’osservatore, per approdare alla poetica futurista degli stati d’animo che ha per obiettivo programmatico porre “lo spettatore nel centro del quadro”. Tra questi due poli si sviluppa il racconto dell’esposizione attraverso una successione di sezioni dedicate ciascuna ad uno stato d’animo, dalla malinconia all’entusiasmo. A testimoniare questi snodi sono innanzitutto capolavori giovanili di Previati e Morbelli quali Paolo e Francesca e Asfissia, che scardinano i codici accademici per esercitare, per vie diverse, una più diretta suggestione sull’osservatore. Il percorso tematico sugli stati d’animo parte dalla melanconia, incarnata da Ricordo di un dolore di Pellizza da Volpedo, passando poi per l’empatia e il rispecchiamento nella natura, testimoniato dalla ricordata Ave Maria a trasbordo e da paesaggi interiorizzati di Khnopff, Sartorio e Morbelli, fino alla rêverie musicale affidata al Chiaro di luna di Previati. Il centro ideale della mostra è occupato da un’opera manifesto del divisionismo e del simbolismo italiano quale Maternità di Previati, il primo tentativo di esprimere uno stato d’animo attraverso le componenti formali dell’opera, che viene fronteggiato dall’Angelo della vita di Segantini. Seguono poi le sezioni dedicate alle paure e alle pulsioni inconsce, testimoniate dai neri di Redon, Previati e Martini, e da dipinti e opere su carta di Klinger, Munch, Stuck e De Chirico, per sfociare nelle sale sull’amore fusionale, incarnato dagli amanti di Rodin, di Previati e del giovane Boccioni, e infine nella solarità che rifulge nel divisionismo radiante di Pellizza da Volpedo e Previati. Il percorso si chiude sulle note frenetiche ed esaltanti della modernità, di cui sono espressione autentici capolavori del futurismo, il trittico degli Stati d’animo e La risata di Boccioni affiancati da opere di Balla e Carrà e di maestri della generazione precedente, come Previati e Medardo Rosso, per proporre una visione del tutto inedita, corale e polifonica, della vita contemporanea».
A chi si rivolge principalmente questo evento espositivo e quali le aspettative dei suoi curatori. Pensa che la vostra scelta possa essere vincente e, quindi, attirare una maggiore attenzione da parte del pubblico che normalmente visita le mostre?
«E’ una mostra che si presta a letture diversificate e non ha una categoria di pubblico definito. Il percorso fotografa il passaggio dell’arte moderna dal verismo all’avanguardia sullo sfondo delle suggestioni che lo hanno nutrito. Per questo le opere sono accompagnate da molteplici suggestioni - dalla psicologia alla fisica, dalla letteratura alla musica, dalla cronaca alle tensioni socio-politiche - che possono essere fruite in maniera personalizzata, secondo gli interessi di ciascuno. Abbiamo anche progettato, assieme a esperti di comunicazione ed educatori, percorsi per i più piccoli e per gli adolescenti, e le scuole potranno giovarsi del taglio interdisciplinare della mostra. Ci auguriamo che il pubblico apprezzi la possibilità di fare un’esperienza coinvolgente, ad un tempo intellettuale ed emotiva, così come auspicavano i protagonisti di questa stagione».

STATI D’ANIMO Arte e psiche tra Previati e Boccioni Ferrara, Palazzo dei Diamanti 3 marzo – 10 giugno 2018 Organizzatori: Fondazione Ferrara Arte e Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara  Aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00 Aperto il 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno