I Tesori del Borgo - Il Castello malatestiano di Montefiore Conca.

Un gioiello di architettura medievale gotica, proteso verso il cielo.
Di Nadia Fabbri
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Montefiore Conca
è la capitale medievale della Valle del Conca e certamente fu uno dei paesi prediletti della famiglia Malatesta, è un luogo affascinante e storicamente importante che, non a caso, fa parte del prestigioso circuito dei Borghi più belli d’Italia.
Le prime informazioni risalgono al XII secolo, l’origine del comune consolare di Montefiore è invece testimoniato dal 1227 quando, con i suoi “proceres” (notabili) e i magistrati, scende a patti di reciproco interesse con i canonici di S. Colomba (cattedrale di Rimini oggi scomparsa) signori del castello, in loco rappresentati da un castellano.
Nel corso del XIII secolo ebbe una grande crescita data dalla presenza di notai, banchieri, giudici e commercianti che furono sempre più aperti agli influssi forestieri, di grande importanza per lo sviluppo fu indubbiamente la posizione strategica, Montefiore si trova sul confine fra Romagna e Marche, più precisamente fra Rimini e Urbino, sulla via Flaminia che prosegue fino a Roma.
Il castello, sfruttando le sue geometrie severe ed imponenti, domina il borgo come sentinella di pietra delle terre malatestiane e offre scorci davvero unici poiché sorge su un promontorio da cui lo sguardo può abbracciare la costa da Fano a Ravenna.
Costruito per volontà di Malatesta III detto “il Guastafamiglia” all’incirca intorno al 1337, divenne una vera residenza nobiliare di lusso, scelta in seguito come dimora preferita da alcuni membri della potente famiglia: nel luglio del 1377 diede i natali a Galeotto Novello detto “Belfiore”.
Gli splendidi affreschi della Sala dell’Imperatore furono realizzati da Jacopo Avanzi per volere di Malatesta Ungaro, fra il 1362 e il 1372 e rappresentano l’unico esempio ancora esistente (delle residenze malatestiane) di pittura trecentesca a carattere profano; si ispirano all’Eneide e sono ricca espressione del mecenatismo del Malatesta nel secolo XIV.
Importante e unica è la collezione di maioliche rinvenute dagli archeologi nelle discariche della rocca, pezzi splendidamente conservati che spaziano dal XIV fino al XVI secolo.
Purtroppo, il destino di questa splendida fortezza mise fine, agli inizi del XVII secolo, ai suoi antichi fasti, fu infatti completamente abbandonata e rimase per più di tre secoli e mezzo nell’oblio, fino a quando, negli anni cinquanta del novecento, iniziarono i complessi lavori di ricostruzione e di recupero terminati con l’ultima fase di restauro negli anni duemila.

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Costanza e Ormanno

Legata alla storia della rocca di Montefiore c'è quella di Costanza e Ormanno, storia riscoperta recentemente che ebbe purtroppo un tragico epilogo. Costanza Malatesta era figlia del signore di Montefiore, Malatesta IV detto l’Ungaro e di Violante D’Este. Di buona cultura, ma dal carattere ribelle, andò in sposa nel 1363 a Ugo D’Este, fratello della madre e della matrigna Costanza D’Este. Il marito Ugo morì nel 1370, non nacquero figli dal matrimonio e la giovane Costanza rimase vedova a vent’anni. Ella decise quindi di fare ritorno a Montefiore dove trascorse gli ultimi anni insieme all’amato padre che morì nel 1372. Si narra però che un giorno al castello arrivò un esercito di cinquanta lance a cavallo con a capo un giovane duca dell’Alta Alemagna, il suo nome era Ormanno.
Il suo sguardo incrociò quello della giovane Costanza e nacque una bellissima storia d’amore che fu purtroppo spezzata dall’odio di un personaggio senza scrupoli…
Lo zio di Costanza, Galeotto Malatesta detto l’Ardito, nutriva un profondo rancore nei confronti della giovane nipote, bramava le sue ricchezze e, nella notte del 15 ottobre 1378, fece arrivare al castello un sicario per ucciderla. Costanza venne sorpresa a giacere con Ormanno e l’assassino non ebbe pietà né per la giovane Malatesta, né per il duca che cercò invano di proteggere la sua amata, ma entrambi furono barbaramente assassinati.
I corpi senza vita dei due sfortunati amanti non vennero mai più ritrovati e questa storia venne volutamente spenta per sempre dalla famiglia Malatesta.
Si narra però che in certe notti, il pianto di Costanza si possa ancora udire...

Per info:
Associazione Compagnia di ricerca
https://www.facebook.com/castellodimontefioreconcarn