Il Mito di Galatea

di Francesco Buttarelli
Galatea 1
Tornare con l'immaginazione nel mondo greco vuol dire calarsi nel pensiero mitologico che vedeva in Galatea il prototipo della donna ideale. Nata come statua, frutto di un desiderio, Galatea riuscì a prendere vita grazie all'amore del suo creatore. Nel corso del tempo la fantasia degli artisti si è lasciata trasportare dall'idea di dare vita a una donna perfetta, riflesso fedele dei canoni estetici della bellezza e dei desideri degli uomini. Questa aspirazione si riflette nel mito greco di Pigmalione, raccontato da Ovidio nelle sue metamorfosi. La leggenda parla di uno scultore che avendo eseguito una figura femminile in avorio, si innamora della sua creazione a cui dà il nome di Galatea; la statua, a differenza delle creature umane che ha precedentemente incontrato, rappresenta il suo ideale di donna sempre sognato che mai aveva incontrato tra le mortali. In un passaggio estremamente significativo del racconto, Ovidio sottolinea infatti come Pigmalione fosse attratto dal concetto di donna ideale, spirituale e non corrotta. Egli contempla la sua Galatea e si innamora. L’accudisce nella speranza che lei prenda vita, dorme accanto a lei e le dedica poesie! L'Olimpo non resta insensibile a questo grido d'amore, così Afrodite, commossa da tanto amore, compie il miracolo. Pigmalione, incredulo e stupito, vede Galatea aprire gli occhi e lentamente iniziare a muoversi, poi, un bacio intenso li unisce fondendo un amore più forte del tempo e della realtà. Tra gli artisti che si cimentarono nel raffigurare Galatea e Pigmalione spicca Jean Léon Gérome. Fedele al racconto di Ovidio, l'autore sceglie il momento in cui la statua si anima e si trasforma in creatura vivente. L'elemento cen- trale della scena è l'intenso bacio tra Pigmalione e Galatea, tra colui che ha ideato e colei che è stata creata. Lei incarna il sogno e il mito dell'amore e nell'opera c'è tutto Ovidio, che la descrive bella ed incantevole come solo gli occhi di un innamorato possono descrivere. Qualche volta i sogni si materializzano ed il poco può diventare immenso ed eterno. Non è un caso che Shakespeare commosso dall'amore di Pigmalione scrivesse: “Non importa cosa hai trovato alla fine della corsa; quello che importa è ciò che hai provato mentre correvi”.