Les fleurs et les raisins. Trasversali allegagioni d’arte. Quando il vino è buono, pulito e giusto.

di Alberto Gross.
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Si conferma come essenziale appuntamento all’interno del pure vasto e variegato calendario delle nazionali manifestazioni enologiche, dedicato a chi ricerca qualità nel vino senza prescindere da naturalezza ed etica professionale e produttiva: organizzata da Bologna Fiere, sotto la direzione artistica di Slow Food, per il secondo anno consecutivo è ritornata Slow Wine Fair, la fiera che ha riunito oltre settecento produttori da tutta Italia e da più di venti Paesi esteri accomunati dall’unico intendimento di offrire al consumatore un vino “buono, pulito e giusto”. Un virtuoso terzetto di aggettivi che sarebbe desiderabile potere ritrovare costantemente nel nostro calice quotidiano.
Tra i tanti assaggi eccellenti e pregevoli esperienze ne scegliamo uno sulla base sia del capriccio che della preziosa singolarità della degustazione: l'azienda è Sturm, situata a Cormòns e - segnatamente - a Zegla, uno speciale cru di pochi declivi che salgono dal cuore del Collio Friulano fino alla Slovenia. L’impasto territoriale è quello storico della ponca: marne e arenarie stratificate ricche di sali e fossili marini dove le viti crescono al riparo dai venti freddi in un microclima ideale per la migliore maturazione fenolica delle uve.
Il Sauvignon viene vendemmiato in tre epoche differenti a distanza di pochissimi giorni: il primo raccolto preserva le note varietali e vegetali dell'uva, la foglia di pomodoro, il bosso, il sambuco; con il secondo - il più difficile e sfuggente - si acciuffano i sentori agrumati di cedro e pompelmo, mentre il terzo raggiunge la piena maturità della frutta gialla, pesca e mango su tutte. Il risultato è un palato fresco e profumatissimo che non cede un centimetro della propria solidità sapida ma blandisce con un sorso goloso, teso e mai ripetitivo.
Tre passaggi di tempo come “Le tre età della donna” di Gustav Klimt, dove la calma priva di lentezza è oro prezioso che riluce fulvo e splendente attraverso le carezze dei giorni. Il dramma si appiana e si accomoda, risolvendosi tra le volute allegre del “Pas de trois” della principessa Odette sopra lo specchio fisso e infinito del suo Lago di Cigni.
E abbassate la luce.
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