LES FLEURS ET LES RAISINS

Trasversali allegagioni d'arte
di Alberto Gross
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Appuntamento oramai fisso per gli amanti del vino e delle sue pieghe più nascoste, custodite tra le varie peculiarità regionali, anche quest'anno è tornato “Autoctono si nasce”, evento promosso da GoWine, associazione per il turismo del vino.
Nelle sale del “Relais Bellaria” di Bologna un pubblico di appassionati e professionisti del settore ha potuto incontrare direttamente produttori provenienti da tutto il territorio nazionale e scoprire i segreti di quei vini unici, espressione di una regione, a volte identitari di luoghi piccolissimi e sconosciuti ai più.
Proprio questo pare infatti essere lo scopo di GoWine: avvicinare ed incuriosire un pubblico di consumatori che vada poi a conoscere in loco i terreni, le vigne, le persone che sono dietro ai grandi vini italiani.
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Tra tante conferme e piacevolissime sfide - davvero intrigante, a tale proposito, una verticale di Timorasso dell'Azienda Poggio, un vitigno e un vino in grande fase di riscoperta e ascesa – una sorprendente novità è stata la conoscenza con i vini di Rasenna in Tuscany, una piccola azienda in provicia di Arezzo, e con il suo proprietario, Francesco Mondini. Eponimo dell'antica popolazione etrusca, Rasenna si pone l'obiettivo di produrre vino con le metodologie di 2500 anni fa, ipotizzando una sorta di archeologia sperimentale.
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Da vigne di oltre cinquant'anni la vendemmia avviene interamente a mano e la vinificazione e l'affinamento in anfore di terracotta smaltata poste tre metri sotto terra.
Il bianco assaggiato, “Album”, è un blend di Trebbiano e Malvasia: al naso si rivela pungente e suadente ad un tempo, spiccano le note di gelsomino, resina, cera d'api, tenute insieme da eleganti movenze sulfuree, poi si apre all'ingresso della frutta secca, albicocca disidratata, cedro candito, uva passa, mandorla e un sospetto finale di macis. In bocca è pieno, caldo, con un'acidità che mantiene vivo il palato e curioso del sorso successivo. Un vino complesso che avrebbe potuto accompagnare i banchetti raffigurati in tanta pittura vascolare antica: tra i profili di Saffo e Alceo delineati sul famoso vaso del pittore di Brygos immaginiamo qualche simposiarca stanare anfore di questo vino “antico”, riempirne e vuotarne preziose kylikes, brindando alle divinità e con le divinità.
Bere buoni vini è molto spes- so preferibile al contrario.
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