Vincenzo Vanin. Tra tradizione e modernità.

a cura di Silvana Gatti

Qualche anno fa ebbi l’occasione fortunata di conoscere Vincenzo Vanin, artista di fama internazionale, in occasione di una rassegna svoltasi presso le Ex-Scuderie delle Tesoriera a Torino. Sempre affascinata dall’arte musiva della basilica di San Marco a Venezia, legata sia alle gusto occidentale dello stile gotico sia alle influenze orientali bizantine, e dai mosaici della basilica di Aquileia, rimasi molto colpita nel vedere i mosaici di grande dimensione di Vanin, medium espressivo che ancora oggi rappresenta la cifra stilistica con cui l’artista esprime la sua creatività attraverso un percorso imperniato sulla potenza cromatica e gestuale, accostando un mestiere antico ad uno stile totalmente moderno. Un artista di questo calibro non si improvvisa, ma nasce dalla lezione dei maestri dell’Istituto Statale d’Arte di Venezia, dagli insegnamenti di Angelo Gatto fino alle esperienze accanto ad Emilio Vedova.
vanin













Vincenzo Vanin nasce e trascorre l’infanzia a Quinto di Treviso. Ancor adolescente arriva a Venezia, dove frequenta l’Istituto Statale D'Arte, dedicandosi alla pittura e alla tecnica del mosaico con il Prof. Gregorini. Nella città lagunare conosce e frequenta Guerrino Bonaldo, Candido Fior e Voltolina. Nei periodi estivi per alcuni anni lavora assiduamente assieme al Prof. Angelo Gatto con il quale approfondisce lo studio dei pigmenti, della materia cromatica e l’antica tecnica del mosaico e del restauro. Sono di questo periodo le prime esposizioni di dipinti e di mosaici. Nel 1962 parte per il servizio militare e si arruola nei corpo dei paracadutisti, attività che asseconda il suo spirito avventuriero. Congedatosi nel 1964, ritorna a collaborare per un breve periodo con Angelo Gatto, Guerrino Ronaldo e Agostino De Lazzavi. In seguito vola in Canada. Nel viaggio conosce l’Artista Rosemberg, che lo invita in Florida per un possibile lavoro di grandi dimensioni. Oltre oceano trascorre un periodo di grandi esperienze e sacrifici dove svolge lavori pesanti nel campo dell’edilizia. Decisivo nella formazione del suo carattere forte anche il periodo trascorso nei campi indiani ad Espanola, nel nord Canada. Nel 1965 fonda a Toronto lo studio Church Art Studio dando inizio ad un percorso intenso di opere religiose e pubbliche con grandi mosaici murali, tra i quali si segnalano: Chiesa di S. Mary, S. Aphonsus, S. Pio X, edificio la Rotonda, scuole di Ciatam Ont., scuole di Blenhem Ont. Sono musaici murali dall’originale elaborazione formale, che rappresentano una rielaborazione del tutto originale della pratica appartenuta al mondo classico romano e paleocristiano. I luminosi fondi oro conferiscono alle sue opere un’atmosfera mistica e spirituale.
vanin2













Con il Prof. Bardin ha fondato il Club del S. Marco veneto a Toronto, attualmente il più importante club Italiano in Ontario. Si iscrive al Ryerson Polytechnical Institute ad Architettura, progettando anche qualche piccola struttura a Toronto. Nel 1973 ritorna in Italia dove lavora come progettista meccanico presso una azienda metalmeccanica, dimostrando la versatilità del suo forte carattere. Nel 1975 frequenta l’Accademia di belle Arti di Venezia con il Maestro Emilio Vedova, periodo in cui crea le due pale d’Altare nella Chiesa di Fagaré della Battaglia (TV), il mosaico del Battistero e il lunotto della porta centrale nella Chiesa di Roncadelle (TV). Il Maestro Emilio Vedova suscita in Vanin l’interesse per I'arte informale, indirizzando la sua ricerca verso la spazialità dinamica e la gestualità. Inizia per l’artista un lungo percorso di mostre che portano le sue opere in varie parti del mondo. Sono opere che sorprendentemente uniscono la lezione degli antichi maestri musivi al dinamismo delle opere di Emilio Vedova e dei Futuristi. Così come il futurismo costruttivo di Depero e Balla guardava oltre l’universo, allo stesso modo Vanin va alla ricerca dell’infinito, come si vede in alcune sue opere che raffigurano spirali multicolori proiettate in un viaggio ideale. Basta osservare “Teletrasporto”, mosaico in cui una spirale dorata sembra essere la spinta propulsiva di una navicella spaziale a forma di piramide, elemento iconico che unisce la millenaria arte egizia con il nostro presente in cui la velocità delle comunicazioni ha raggiunto livelli un tempo impensabili. “La caduta degli dei” raffigura ali angeliche multicolori che muovendosi nello spazio del supporto evocano il sogno di ogni uomo, quello del volo, emozione provata dall’artista durante il suo periodo da paracadutista.
vanin3














L’arte di Vincenzo Vanin, nel tempo, si è mossa dalla pittura ai mosaici con risultati lusinghieri, tecniche differenti ma accomunate dalla volontà di spaziare nello spettro dei colori, della luminosità, delle linee e delle libere astrazioni, rispecchiando una forte personalità che continuamente si spinge verso nuovi orizzonti, come dimostra il dinamismo delle sue creazioni. Personaggio dal carattere aperto e cordiale, Vanin lavora incessantemente spinto dalla passione che cancella ogni sensazione di stanchezza. “Scegli il lavoro che ami e non lavorerai neppure un giorno in tutta la tua vita” scriveva il filosofo cinese Confucio, ed osservando l’artista al lavoro si può dire che mai aneddoto fu più azzeccato. I suoi lavori vengono apprezzati a New York, San Francisco, Tokyo, Shanghai, Canada, Austria, Germania, Luxemburgo, Museo Zilina (Slovakia), Scuderie Quirinale (Roma), Museo Canova (TV), Praha (SK), Museo Ca da Noal (TV), Villa Naz. Pisani (VE). Per dirlo con le parole di Simon Benetton, i mosaici di Vanin sembrano composti da “linee lanciate nello spazio” che rivelano “l'emergere del pensiero e la dinamica della spazialità”. Molto interessanti sono i mosaici a tema spaziale, “L’Astronave”, “Le Galassie”, “La Macchina del Tempo”, immagini che immergono il fruitore in un viaggio spazio-temporale multicolore. Le linee di fuga, le volute, le spirali, la prospettiva dinamica sono caratteristiche tipiche delle opere di Vanin, che siano mosaici o dipinti, frutto di studi di prospettiva e teoria delle ombre. Mentre i mosaici seguono un disegno geometrico, a differenza dei dipinti dichiaratamente informali, in entrambi é riscontrabile l’eleganza del segno, netto, dinamico, eseguito di getto. Per quanto riguarda le scelte cromatiche, Vanin predilige i colori puri, il giallo, il rosso, il blu, mentre il bianco e il nero hanno funzione di sottolineature.
vanin4














Come ha rilevato Simon Benetton, i mosaici di Vanin rivelano “intuizioni di risonanza scultorea”; infatti le opere appaiono plastiche, nella loro pluridimensionalità dinamica. L’artista è stato apprezzato anche da Marco Goldin, che ha sottolineato come “negli artisti veri non è infrequente una coincidenza quasi totale tra vita e arte, nel senso che l’arte non si pone come un racconto artefatto di esperienze inesistenti (anche a livello onirico o sensoriale) bensì come trasposizione simbolica di dati reali”. Vincenzo Vanin tiene da diversi anni corsi di laboratorio sulla tecnica del mosaico in varie parti d'Italia organizzando incontri e periodiche esposizioni. Attualmente la sua attività continua all'estero con uno stretto rapporto con importanti Artisti, tra i quali: FerroKral, Alex Minarcic, Milan Mazur. Vincenzo Vanin vive e lavora a Paese in via Benedetto Croce N°3 (TV). L’epidemia da coronavirus rende incerta la programmazione delle sue prossime mostre, previste presso la Galleria Pezzoli in via Mazzini 39 a Clusone, in provincia di Bergamo, ed al Museo Archeologico Nazionale di Sarsina in via Cesio Sabino 38, in provincia di Forlì-Cesena. Per le date delle mostre si rimanda pertanto ai motori di ricerca web che sapranno rispondere alle domande degli amatori.