Sicilia ...Il Grand Tour acquerelli di Fabrice Moireau a Palazzo Cipolla a Roma

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di Marina Novelli
Un racconto di viaggio di Lorenzo Matassa

Inaugurata lo scorso 8 maggio e durata fino al mese di luglio, si è tenuta a Roma, presso le Sale di Palazzo Cipolla, una mostra che, a distanza di quasi due secoli e mezzo dal Grand Tour di Goethe, ci ha fatto rivivere ed emozionare, attraverso gli studi estremamente particolareggiati espressi con pennelli e matite, di uno dei maggiori acquarellisti esistenti al mondo, stiamo parlando infatti di Fabrice Moireau. Acquerelli che hanno reso ancora più prezioso il libro (edito dalla Fondazione Tommaso Dragotto), scritto da un fine giurista e uomo di cultura quale Lorenzo Matassa. Moireau si è recato personalmente sui luoghi dipinti in compagnia del suo inseparabile zaino contenente gli attrezzi da lavoro, quali tavolozza, colori, fogli bianchi, pennelli, nonché il pittoresco sgabello pieghevole. I luoghi da lui attentamente osservati, cioè le testimonianze archeologiche dell’isola, le suggestive vedute di riserve naturali, nonché le isole minori, i castelli e last but not least gli scorci dei siti UNESCO, sono diventati pregiatissimi acquerelli, riconoscibili dalla sua caratteriale dovizia di particolari che contraddistingue il suo stile…uno stile inconfondibile! Si sono potute ammirare, in esposizione, circa 400 opere ricche dei tipici smaglianti colori di Sicilia… dipinte proprio da lui che da molti viene definito “il pittore dei tetti di Parigi”. Beh!...c’è una bella differenza, Novelli 2
osserviamo noi! Opere quelle della mostra, gentilmente concesse dalla Fondazione Dragotto che, passo dopo passo, ci hanno consentito di ripercorrere il cammino goethiano e grazie al quale si sono succeduti nel tempo, illustri viaggiatori, che hanno potuto raccontare le bellezze di Sicilia, divulgandole al mondo intero. Ci è sembrata quindi giusta ed azzeccata la definizione data al Goethe che lo definisce come “massimo profeta”. “Sembra che una benda sia caduta dai miei occhi… Ed ora rive e promontori, Novelli 3
golfi e baie, isole e lingue di terra, rocce e coste sabbiose, colline boscose, soavi prati, campi fertili, giardini adorni, alberi coltivati, vigne pendenti, monti avvolti nelle nuvole e pianure sempre ridenti, rupi e scogli, mare che tutto circonda con mille cambiamenti, tutto questo è presente al mio spirito e - per me - l’Odissea è una parola vivente…” (tratto da una lettera di Goethe all’amico Herder riferendosi al viaggio in Sicilia).
La mostra ci ha consentito di entrare, attraverso un lungo itinerario, nella Sicilia più intima, nei luoghi meno conosciuti, ma sempre incredibilmente affascinanti…magici! Nasce invece nel 1962 a Blois, in Francia, Fabrice Moireau che laureatosi all’École nationale supérieure des arts Novelli 5
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appliqués et des métiers d’art di Parigi, al termine degli studi, compie numerosi viaggi. I suoi acquerelli rappresentano importanti testimonianze socio-culturali, al punto che, sebbene viva a Firenze, è da considerarsi “cittadino del mondo”. “La Sicilia ci fa entrare nel più profondo anfratto della nostra anima”, è così che si è espresso Lorenzo Matassa in fase di Conferenza Stampa quando ci ha raccontato un aneddoto di quando stava prendendo l’aereo all’aeroporto di Palermo per venire a Roma ed ad un tratto aveva pensato tra sé e sé, un po’ perplesso: “Come posso introdurre il mio intervento?”… ad un tratto, inspiegabilmente, i suoi occhi si sono focalizzati sulla scritta di una nota pubblicità che recitava “la connessione più potente sarà sempre l’ e m o z i o n e”… ed infatti se guardiamo queste opere, siano esse state esposte o impaginate nel meraviglioso volume, che porta appunto il titolo di Sicilia… Il Gran Tour come possiamo non emozionarci? “In questo tempo di Goethe rivissuto, ritroviamo l’emozione - egli aggiunge - la cosa più grande che ci unisce è la capacità di emozionare ed emozionarci che è ancora il “magnete” più grande dell’essere umano… del nostro stesso essere!”. Concludendo, sentiamo doverosa questa citazione…
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«La mostra “Sicilia, il Grand Tour” è per me un meraviglioso viaggio nella memoria, un’immersione nei luoghi, negli scorci, nei paesaggi più belli e suggestivi della mia terra natia, condotta sull’onda della soave pennellata di Fabrice Moireau, indiscusso maestro di una tecnica tanto pregevole quanto oggi scarsamente praticata qual è l’acquerello – afferma il Prof. Avv. Emanuele F. M. Emanuele, Presidente Onorario della Fondazione Cultura e Arte – Un percorso espositivo che è una vera poesia, un inno all’isola che indusse Federico II di Svevia ad affermare che era al tal punto felice di vivere in Sicilia da non invidiare a Dio il Paradiso. Ecco, gli acquerelli di Moireau, con l’ideale contrappunto dei testi di Lorenzo Matassa, connotati da un lirismo ispirato che fa apparire le opere ancora più belle, restituiscono oggi intatto il senso della meraviglia dei viaggiatori stranieri di fine Settecento ed inizio Ottocento, di cui Goethe narrò in una delle sue famose lettere: “È in Sicilia che si trova la chiave di tutto. La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra… chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita”»
…e noi, dal canto nostro, non possiamo fare altro che condividere questa osservazione di Goethe… talmente vera da farci provare un profondo stato di s u b l i m a z i o n e.
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