Elisabetta Rogai

inebriamoci di Arte!
di Valentina D'Ignazi
“E voi dove vi piace andate, acque turbamento del vino,
andate pure dagli astemi: qui c’è il fuoco di Bacco.”
Gaio Valerio Catullo
Rogai
Il Vino…anticamente definito “il nettare degli Dei”, amato e lodato dai più grandi pensatori, scrittori e poeti del passato è ancora oggi una delle bevande più privilegiate ed amate sulla nostra tavola italiana. E’ stato la fonte primordiale di ispirazione per molti artisti, che inebriandosi di esso, hanno dato vita ad opere uniche ed immortali che definirei “storia” del nostro grande patrimonio artistico. C’è chi il vino lo fa invecchiare in una botte di rovere e chi lo fa invecchiare su una tela… questo è il segreto e l’unicità di una grande artista: Elisabetta Rogai, che ubriaca i nostri sensi con una tecnica nuova, intensa, decisamente originale mirata ad usare straordinariamente ed esclusivamente il vino non a tavola, ma bensì nelle sue opere.
Elisabetta nasce a Firenze, nelle affascinanti e fertili terre toscane, patria per eccellenza delle più note e rinomate cantine italiane, cominciando a dipingere alla giovane età di nove anni. Il suo nome e le sue opere nel tempo acquistano fama e notorietà, entrando a far parte delle più grandi collezioni private mondiali. Nel 2005, il Comune di Firenze, la proclama come rappresentante del comune stesso per il quarantesimo anniversario di gemellaggio con Kyoto, dove espone le sue opere in una raccolta personale dal titolo “Oltre i confini”, cominciando a far volare i suoi sogni proprio oltre i confini nazionali.
Rogai 2
Nell’anno 2006, il suo dipinto Astrid, diventa l’etichetta del Chianti classico, vino ufficiale del primo semestre italiano di Presidenza per l’Unione Europea. Nell’anno 2008 arrivano due rilevanti commissioni che ci fanno capire quanto la sua arte avesse acquistato importanza nel tempo: un affresco celebrativo per i 70 anni della Scuola di Guerra Aerea di Firenze ed una “sintesi”, olio su tela, donata dal Capo di Stato Maggiore Aeronautico al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per gli 85 anni del Corpo.
La vera svolta arriva nel 2011, quando introduce il vino nelle sue opere, acquistando un marchio unico al mondo nel suo genere in una tecnica artistica decisamente bizzarra ed originale: l’EnoArte, ossia l‘innovazione di dipingere usando il vino come sostitutivo ai colori, dando vita a dipinti “wine-made” dove si permette volontariamente ai quadri di invecchiare su una tela.
Rogai 1
Queste creazioni artistiche, infatti, racchiudono una serie di dipinti che sono stati realizzati con del vino meticolosamente trattato in laboratorio e che con il passare del tempo sono in grado di cambiare colore seguendo la naturale evoluzione di esso. Questa novità artistica ha riscosso di anno in anno un forte interesse da parte della stampa mondiale portando la Rogai ad esporre ed effettuare performance live a Los Angeles, Hong Kong, Grecia, Cina e in diverse altre location italiane ed estere. Il vino può inebriare i sensi, liberare l’Anima e l’Arte… ma in Elisabetta Rogai, ha semplicemente sfumato su tela una poesia senza tempo che non ha paura di invecchiare.
“È ora di ubriacarsi!
Per non essere schiavi martirizzati dal Tempo, ubriacatevi, ubriacatevi sempre! Di vino, di poesia o di virtù, come vi pare...”
Charles Baudelaire