Sette artisti e i loro demoni

recensione di Lara Petricig.
Autore: Andrea Baffoni
Titolo: Dannati romantici. Da Géricault a Ligabue. Artisti tormentati tra genio, sregolatezza e follia.
Fabrizio Fabbri Editore - 2021


Una storia di uomini tormentati da un demone interiore che li rende capaci di esprimersi in grandi opere d’arte. L’autore è lo storico dell’arte umbro, Andrea Baffoni, che ripercorre la biografia di sette artisti, scelti perché romantici. Lo sono nel loro modo di porsi e di vivere, al di là di appartenere o meno al Romanticismo storico, sono accomunati da una personale inquietudine interiore che li accompagna per sempre.
Con stile narrativo, sciolto, equilibrato e piacevole alla lettura, Baffoni racconta in un libro di duecento pagine le vite di Théodore Géricault, Vincent van Gogh, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Amedeo Modigliani, Nicolas de Staël, Mark Rothko e anche quella di Antonio Ligabue.
La scelta di considerare questi artisti - e non altri - è del tutto personale, ma scopriamo che chi possiede dentro di sé il demone sarà condotto insostenibilmente a cedere sempre ad una soluzione e a un destino che può essere: la decisione del suicidio a compimento di una missione; il veloce consumo e logorio nel corpo compiendo atti estremi e fino al punto estremo, l’avvento della follia o della depressione per un finale tragico perché “per le anime tormentate il lieto fine è un lusso impossibile”.
Nelle singole narrazioni l’autore contestualizza le opere pittoriche più significative all’interno dei segmenti di vita, di intensa vitalità dell’animo, che le ha generate. È così che nel libro la biografia diventa complice dell’opera d’arte! L’intento è quello di mettere in risalto il particolare legame tra il vissuto interiore e l’opera che ne deriva, a volte si tratta del quadro più importante, quello che ha reso onore all’autore stesso, altre volte no.
L’idea romantica di fondo emerge prepotentemente già nella premessa dove l’artista si scontra contro il demone, è incapace di dominarlo e si sottomette a lui. Essa conferisce profonda unità alla lettura dei capitoli che seguono, dedicati ai singoli artisti.
Legati alla solidità del tema ci sono i momenti creativi; l’impulso, la pulsione incontrollabile, un latente senso di morte, e poi l’istinto e il motivo della bestia carico di mistero, che ritorna, discreto, più volte, indossando svariate vesti e anticipando le manifestazioni dell’animo dell’ultimo artista del libro, Ligabue che arriverà ad appropriarsi della bestia.
Poi è la volta dei sentimenti, mentre alle numerose donne incontrate nel corso della vita è riservata l’ultima parte del libro “L’altra metà del romantico”di questo travagliato mondo maschile. Tutti concetti di primaria importanza che si trovano legati gli uni agli altri; attraverso il diniego di Ursula, Vincent diventa il vero van Gogh spiegato senza troppi riferimenti alle opere: solo qualche titolo. L’autore (affascinato) affascina il lettore con la semplicità della vita di van Gogh e indugia per lo più sulle scelte dell’artista; lo racconta scandendo e legando, con abile coesione, le vicende per lo più cronologiche, dando un senso, cogliendone i cambiamenti, quelli che lo porteranno gradatamente a scegliere l’arte e a tralasciare il resto che a poco a poco aveva perso di importanza e di consistenza.
Non solo la vita di van Gogh ma tutte quante, sono proposte suddivise in più paragrafi per condurre il lettore alla scoperta di questo originale percorso: non si tratta della solita biografia datata anno per anno. Ma non è neanche un manuale d’arte illustrato che ambisce a fornire una nuova interpretazione critica dell’opera pittorica e forse proprio per questo alcune analisi frutto di grande spontaneità meritano una attenta lettura. A conclusione di ogni capitolo un moderno codice Qr nasconde alcune foto.
Ogni pittore è spiegato con un approccio differente. L’autore non scivola in divagazioni, offre collegamenti con altri artisti, vuole essere calibrato e dimostrare cose possibili.
In linea di massima lo stile della narrazione con Géricault, van Gogh, Pellizza da Volpedo, nasce sobrio con un lessico essenziale.
Proseguendo, il tono del racconto si accende sulla Parigi scintillante della Belle époque di inizio secolo nella storia di Modigliani; fino al dopoguerra la vita di Modì si mescola al variegato mondo cittadino francese tra le figure di spicco del panorama artistico europeo. Pagine ricche, articolate, scritte con un linguaggio figurativo che trasporta il lettore ad assaporare sensazioni fortemente emozionali.
Più statico e intimistico con un inizio ispirato alla policromia, il racconto di De Staël. L’artista si perde nel chiuso del proprio io da cui derivano ampie sequenze descrittive e in qualche modo riflessive con un bel finale che fa scivolare il lettore sull’unica scelta pos- sibile davanti l’immensità del cielo…
Ampio il capitolo dedicato a Rothko, coinvolgente e quasi un romanzo dentro il libro la storia del piccolo mondo di Ligabue.
Baffoni è riuscito a calarsi nei panni di ciascun artista mettendo in luce le travagliate dinamiche interiori. Un’interessante biografia.